sabato 15 agosto 2009

giovedì 13 agosto 2009

俳句 work in progress

















tre astronauti di gomma morbida
bardati come quelli veri
persi
tra soldatini di plastica rigida verde
e cauboi bege....




domenica 9 agosto 2009

allunaggio











ci fu un tempo in cui tutto questo fu solo un meraviglioso sogno.


20 luglio 1969

Un bambino pedala sulla sua bici da cross in un viale deserto nella periferia di Titusville, indossa una magliettina blu con righine gialle orizzontali, pantaloncini rossi e scarpe da tennis sfondate.

Corre concentratissimo prendendo velocità, in fondo all'isolato allarga per aggredire la curva e poi riprende il percorso, al contrario, con la stessa attenzione. Sa dove allungare e dove spingere su i pedali per poi virare la traiettoria di nuovo per la curva, tutto questo in un loop agonistico tutto suo.

Il sole ha passato lo zenit da un paio d’ore ormai, dalle villette basse, bianche di gesso, arriva un solo suono, la voce metallica di un telecronista che con emozione segue gli scambi tra la base di Houston e l’equipaggio del piccolo modulo che ormai è quasi pronto per toccare il suolo lunare…

Il suolo lunare…

quante volte ha sentito pronunciare queste parole negli ultimi giorni...

fa uno strano effetto, una volta lo ha sognato come un mare di inchiostro fermo e insidioso,
poi ha provato ad immaginarlo vivo di una improbabile vegetazione dura, minerale.

Piante di strane stalattiti di ardesia e cespugli di cobalto dalle superfici cangianti e luminosissime.

Gli stessi colori che ha visto nel documentario proiettato a scuola, pochi giorni prima.

In quel caso si parlava di materie inossidabili ma lui se ne stava tranquillo in fondo all’aula conferenze e per tutto il tempo ha continuato a trasferire le immagini colorate di quelle pietre dure nel suo personalissimo scenario oscuro.

“sei ossessionato… cosa vuoi che sia? È un grosso sasso fermo in mezzo al cielo… non c’è nulla di interessante…”

“non è fermo…”

“cosa?”

“ il sasso, dico, il grosso sasso non è fermo…”

pronuncia queste parole ad occhi chiusi, mentre su un notes ferma alcune spirali, così, a caso.

“sta li per misurare le cose…”

“quali cose ?”

“tutto”

Ritornando da scuola quel giorno si sentiva eccitato, il piccolo modulo che appariva quasi di latta leggera, di quelle che si piegano con la pressione di due dita, tra poco sarebbe arrivato sul mare di inchiostro fermo, tra le stalattiti di ardesia e i fiori cangianti di pietre dure. Forse sarebbe finito inghiottito o forse rimbalzato. Gli venne in mente un frammento di un vecchissimo film visto per caso alla tele, una luna come una faccia imbronciata con un razzo incastrato in un occhio.

Magari lo scatolo modulare di latta si incastrerà… e l’occhio della luna perderà lacrime d’argento

martedì 7 luglio 2009

cap 7 - lunga vita sopita





Ivy è seduta nella penombra del bungalow.

Guarda oltre la soglia il gruppo di uomini raccolti intorno al monitor e  il tizio con la cartellina rigida sotto il braccio che nervosamente muove gli occhi sopra la montatura spessa nel tentativo di precedere ogni risposta dei suoi interlocutori.

Ignorato.

È lo stesso che appena finite le riprese la apostrofata in modo scortese, intimandole di spostarsi.
"Levati che stavano arrivando i pezzi grossi"
Quelli della produzione.
Gli stessi che ora lo ignorano mentre si muove su un piede e poi sull'altro. Là fuori.
Eclissato da un monitor 15 pollici.

Un lacchè, come tutti i lacchè cafone e irrisolto.

Si distrae dal gruppo, e così spazza via il fastidio per il tizio scortese.
Nel bungalow ci sono riviste sparse sul pavimento e resti di una cena.

Non la sua.

Si sente parte di questo arredo disordinato, scaduto.

Si sente intimamente a pezzi in un luogo intimo di qualcun altro.

La sua giornata di lavoro le ha fruttato ben poco rispetto alla quantità di soldi che ancora deve trovare per quel maledetto cupon. Raccoglie una delle riviste e legge tra gli annunci “reclutamento per capsula lunga vita sopita, garantito sostentamento per i prossimi 25anni più rinnovo. Termini per il contratto chiamando l’ip.ass: ghlllls44445j.”

domenica 21 giugno 2009

cap 6 - Heaven Neoprene



Sul tabellone di fronte alla porta del centro rimangono ancora ben visibili le regole di buon comportamento per i giocatori e frequentatori del parco.
Regola n° 7 non scambiarsi di ruolo fino almeno al livello 3…
Regola n° 10 le consumazioni (non specificate) devono avvenire sempre e comunque dopo l’avviso sonoro del centro smistamento…

Ivy guarda il tabellone e rilegge le dieci regole cercando di non cadere nell’errore di astrarle da questo luogo.
Continua come un mantra a sottolineare i passaggi convincendosi che è tutto perfettamente coerente…

Il regista è in ritardo, il set per l’infomercial della campagna cerchio di luce è montato al livello sei del campo acquatico. Gli altri attori stanno annoiati al camper, parlano sottovoce o zitti guardano riviste stimolanti con aria da entomologi in vacanza.
Distratti da queste strane bestioline, pensano che non sia il loro momento.

Il set invece è interessante, lo stagno del campo acquatico è stato programmato per la stessa scena da ripetere fino al ciak definitivo.
Uno storione di quattro chili deve saltare fuori dallo specchio d’acqua al nono secondo, dimenarsi in aria per due secondi, iniziare ad avere delle convulsioni ed alla fine espellere dalla bocca parte del suo intestino di silicio e componenti elettronici per poi dissolversi in bianco.
Primo piano di Ivy che dice le battute
“ avete visto? Il cerchio di luce è la scelta migliore, vota il cerchio di luce e tutto si contiene…”
Uno dei giovani attori a quel punto entra da destra con un vassoio e guardando verso lo stagno e di nuovo in camera conclude dicendo
“ il suo storione signora…”
Qualcuno al camper si chiede se il regista sia scappato, o se sia stato catturato da qualche crash dummers squilibrato questa notte.

cap 5- AnPanCo











Quell’estate dicevano che andasse di moda il pervinca.
Al lo aveva saputo da Maresa, la sua amica della sezione AnPanCo(2), la ragazza con cui avrebbe passato questo fine settimana.
Si erano incrociati all’area ristoro e avevano deciso che questo era il tempo giusto per andare al heaven neoprene.
L’ultima volta aveva fatto un figurone, prenotando lo scenario olimpo a sette livelli speciale con l’esclusivo bungalow.

Al era stato più volte al HN sempre con ragazze diverse, e tutte erano rimaste soddisfatte.
Qualche volta gli capitava di risentirle e loro chiedevano sempre di quel posto e se magari potevano tornaci prima o poi.

Hatsue non conosceva l’heaven , o almeno non da lui.
L’ultima volta che si erano visti era rimasto nel locale fino all’ultimo, seduto al tavolo a fissare nel vuoto un punto fisso, con le luci che ad una ad una si spegnevano fino quasi all’oscurità, e lui nella testa a cercare di ripetere i passaggi di un cigno bianco di carta crespa che nelle mani di lei prendeva vita, poi quando anche l’ultima luce si era spenta non gli era rimasto che alzarsi e andarsene.
Non aveva mai avuto tempo di accennare al HN con Hatsue, mai una volta in tutte le volte che gli era capitato di passare del tempo con lei, mai si era ricordato di quel paradiso artificiale, mai…mai…mai…


(2) analisi panspermia cometale

domenica 22 febbraio 2009

capitolo 4 - Cody e Sanders












Quel giorno il padre di Cody era apparso di nuovo sotto forma di goccioline di lucido da scarpa su gli stipiti del bagno.
Era un mercoledì, mancavano poche ore allo sgombero.

Cody tornando nel cucinino se ne era già dimenticato, non faceva troppo caso a queste cose ultimamente.
All'inizio si spaventava, pensava di trovarsi in uno di quegli incubi dove ad un tratto un intera casa viene invasa da un blob gelatinoso e oscuro con urla e finestre che colano melma marrone.
Ma adesso non era più il caso. Nella luce verde spacca-occhi della cucina vedeva il compagno Sanders seduto curvo e concentrato su appunti improbabili, fitti di correzioni.
Gli ultimi ritocchi per una rivendicazione finale.
Provava un misto di tenerezza e sconcerto per l'amico.
Una volta seduto al tavolo si mise a fissarlo.
"Che cosa intendi veramente per progresso dell'umanità ?"
Sanders non sembrava sorpreso della domanda, alzando lo sguardo dagli appunti, socchiudendo gli occhi trafitti dalla luce innaturale nel tentativo di mettere a fuoco il compagno.
Dopo un breve sospiro disse " L'idea che ci si possa prendere cura degli altri veramente, in un senso alto, senza secondi fini. Occuparsi degli altri, con piacere, questo per me è il fine del progresso dell'umanità. Non vedo altro obiettivo condivisibile"
Dopo quest'ultima frase detta di fretta come buttata via, Sanders si rimise curvo su i suoi appunti, non era interessato alle provocazioni, non in questa giornata.
Poi come scocciato dalla sua stessa rinuncia si inarcò di nuovo aprendo le spalle e puntando lo sguardo all'amico...
" Ora viviamo in un mondo dove ci si preoccupa di sedurre gli altri, questo è l'unico interesse condiviso, una seduzione per muovere l'economia, se tu accetti le mie lusinghe io posso veramente fotterti come voglio. Altrimenti te ne rimani al di fuori di ogni gioco. "
Cody
" Balle, le solite balle, nemmeno tu puoi ancora credere a queste cose, in questo momento nessuno può più crede a queste cazzate. Un' opportunità di sopravvivenza, questo è l'obiettivo di tutti, e lo sai anche tu"
Cody si sentiva stanco, nell'ultimo mese queste discussioni erano ormai interminabili e finivano con lo stesso copione. Ogni volta.
Uno sterile pareggio, che voleva dire non riuscire a risolvere più nulla.

Il soggiorno di permanenza al satellite uno stava terminando, la prospettiva di ritornare a casa in quelle condizioni non piaceva a nessuno.
Cody e Sanders appartenevano ad un gruppo di ricercatori costretti a realizzare un progetto di sopravvivenza sul satellite one secondo le regole del[ ].

"Un 'utopia che passa da un segno concreto e civile di trasformazione degli spazi, questo si è affascinante, trasformare il mondo per una diversa organizzazione degli spazi, ora, qui, in questo momento.
Una modanatura, un pinnacolo, la curva di una scalinata barocca, un cornicione, un segno qualsiasi di una civiltà passata non può resistere, tutto questo va cancellato" Adesso le voci di Cody e Sanders sono di nuovo fuori giri
"Stai dicendo che la politica della riprogrammazione è accettabile ?, no, io non la accetto sono qui per altri motivi, non mi sento di condividere questo nuovo mondo. Che utopia del cazzo è la tua? Sei convinto di un nuovo primitivismo sulla base di alcune banali fonti di sopravvivenza .
Anche se ti sei inventato un cavolo iperproteico, questo non fa di te un rivoluzionario, il tuo cavolo nero transgenico ti da energia ma non ti libera da questo meccanismo.
Sei qui, no ?
Sei finito in questa merda come tutti noi, pensavi veramente di poter ingannare qualcuno?"

Un doppio click e un lunghissimo interminabile secondo di black out poi di nuovo la luce verde acido nella piccola stanza, poi ancora il buio per un secondo, i movimenti di Cody sembrano rallentati da un effetto stroboscopico casuale.
Sanders si ferma con lo sguardo oltre la porta della zona ristoro, ha visto un'ombra passare. Chiude gli occhi e tra i denti sussurra " sono venuti a prenderci..."

sabato 31 gennaio 2009

capitolo 3 - condominio abusivo lunare











I primi condomini lunari furono costruiti seguendo un modello standar, il modulo prevedeva cinque torri di cui tre abitative e due di compostaggio, dette anche torri bianche maggiori
Nella torre abitativa più bassa alloggiavano le sei antenne madri...
(....)


Il tutto fu organizzato secondo un preciso piano commerciale, quello che doveva essere l'inizio della fuga fu presentato, in un primo momento, come la vacanza dei sogni di ogni cittadino del pianeta e così fu trattato, un prodotto commerciale esclusivo e desiderabile.
L'inferno dell'adattamento e le incognite furono vendute come pacchetti vacanza.
Se volevi andare a vivere in quell' inferno dovevi pagare.
Fu un successo, partirono le prime vagonate di shuttel intorno alla metà del 2.026
tutto sembrava pronto per una ri-popolazione vigorosa e controllata.
Ma fu il 2.027 l'anno boom delle offerte viaggi-prova al satellite uno,
le trovavi dappertutto, le offerte erano allettanti e anche un po' subdole nello stesso tempo.
Per un anno di permanenza sul satellite 1 avevi uno sconti del 45% sul pacchetto viaggio e quota individuale di fuel cell, se prolungavi la tua permanenza per due anni lo sconto diventava del 55%
L'offerta era proposta con questo messaggio, l'idea che stare due anni sul satellite 1 sarebbe valso come starcene tre
(stavi due anni su un satellite risparmiando quello che avresti speso per starci tre, brend bizzarro...)

Ma questo in realtà non era un meccanismo ideale per quei soggetti che si trovavano nella condizione di dover fuggire da quello che vivevano sulla terra.
Per loro starci anche tre anni, anche tutta la vita sarebbe stato comunque meglio.

Erano soggetti in condizioni estreme, cavie umane di un immenso laboratorio sperimentale che si stava organizzando, con tutta una serie di prospettive del tutto prive di reali possibilità di verifica o per lo meno la verifica erano proprio loro.

In un certo senso proporgli di partire sotto il miraggio di un prodotto di consumo, per un attimo li rendeva dei privilegiati ma in realtà erano solo dei forzati.
Dei forzati oltre una nuova frontiera, soggetti sotto osservazione che avrebbero dovuto sostenere qualsiasi imprevisto senza nessuna garanzia di risarcimento.

In poche parole quel viaggio non prevedeva clausole per un eventuale rimborso.

(continua...)

venerdì 30 gennaio 2009

capitolo 2 - traslatori per l'idoneità












Centro traslatori per l'idoneità

(fortezza Weisser Knott)
ora sede del centro traslatori per l'idoneità

Un gruppo di addetti al primo contatto si sta riposando all'area relax, l'aria è particolarmente quieta, da un finestrone filtra una luce giallo paglierino con microscopici puntini di pulviscolo che scendono silenziosamente per poi dissolversi appena oltre lo sguardo.
La conversazione è ridotta al minimo.
Che effetto può fare lavorare per dei prossimi (probabili ) privilegiati (forse) sopravvissuti, con la prospettiva della propria sicura estinzione sempre d'avanti agli occhi?
Bizzarro destino, peggio che essere programmati ad una mattanza senza un vero preavviso. Cosa dirsi di così fondamentale quindi?

Nei corridoi si sente distintamente il richiamo al prossimo turno, scandito da un'allarme discreto, quasi a non volersi imporre troppo, come dire "non è indispensabile scattare dalla sedia in questo istante, ma tutto sommato ti converrebbe.."

AL oggi è al turno pomeridiano, dalle 14 alle 18, la sua tabella di lavoro segnala un incremento del 10 per cento rispetto alla media dei suoi colleghi selezionatori. E' il migliore, il migliore nel salvare il mondo, di un dieci per cento in più.

E' seduto nel box assegnatoli dall'ufficio del personale, non ha tempo di distrarsi, il suo compito è uno e soltanto, chiamare il più possibile di campioni (così li chiama la direzione...) per un contatto e quindi una ulteriore selezione.


Nelle aree di sopravvivenza svettano in ogni periferia, all'imbocco delle zone di abitazione, enormi pannelli a lead rossi che riportano queste informazioni:
n° della popolazione mondiale che, all'incedere di ogni secondo, segue le modifiche delle curve di crescita e decrescita demografica
n° dei posti ancora disponibili per i sette satelliti della salvezza , a decrescere in un inesauribile lento e sfinente countdown.

La planetaria riffa per la sopravvivenza della specie è in pieno svolgimento. Qui, ora, e dal centro traslatori per l'idoneità passano al setaccio tutte le alchemiche combinazioni della fortuna per la scelta finale.

AL non ci pensa troppo alla riffa, una parte minima del suo cervello è destinata a ripetere le domande studiate per abbattere ulteriormente il numero dei possibili nuovi viaggiatori. Per ogni domanda ha una serie di simboli che corrispondono secondo il metodo decodifica-attaccamento-seriale alla classificazione finale.

In realtà per il resto la sua testa è occupata da un solo ed unico pensiero...
washi, soffice superficie di colori brillanti, le mani di Hatsue (1) che con precisione piegano la carta secondo un rito sempre uguale e alla fine di questo, una piccola renna perfettamente riconoscibile di fronte ai suoi occhi...
Non è quasi più possibile trovarla, la carta da origami è diventata un bene prezioso e i piccoli locali clandestini dove si può assistere alla costruzione di figure di carta ormai sono perseguitati dalla sezione di crash dummies, il gruppo specializzato a devastare ogni attività ludica ritenuta in contrasto con le direttive del nuovo corso di purificazione e riprogrammazione delle menti per il nuovo mondo dei satelliti. Il futuro che salverà l'umanità.

Il suo compenso per il lavoro di selezionatore gli consente di poter soddisfare questa passione, ma non sa ancora per quanto potrà continuare a sostenere il ruolo senza perdere il controllo di fronte alla provocazione di colleghi che ogni giorno, sapendo della sua perversione, si divertono a realizzare aeroplani di carta e con sfacciata audacia  lanciarli da una postazione all'altra.

Ogni volta è un tormento.

Vedere quelle forme di carta  che improvvisamente si librano nella sala di contatto.
[carta riciclata, di un anonimo grigio chiaro senza picchi di espressività]

Ogni volo è un tuffo al cuore.
Per un istante Al perde il controllo della conversazione con il campione di turno e questo è sufficiente a fargli spezzare la sequenza di domande giuste.


note:


(1) Hatsue resa famosa dal suo esclusivissimo origami barca c&c realizzato in un unico esemplare

capitolo 1 - una bizzarra proposta di viaggio













per gole dove molti fiumi convergono, i chiurli gemono
sotto la luna che si sgrava, sull'alta collina di gesso,
e io là stanotte cammino nella coscia del gigante bianco



Area di sopravvivenza n° 10/b
settore medio alto

appartamento di Darrell Standing

L'appartamento è avvolto da una luce bianca e accecante, ogni cosa è immobile e silenziosa, il contrasto con il caos dei vestiti e degli oggetti dispersi in ogni dove crea un effetto fermo immagine del tutto involontario.

Darrell è arruffato nel letto, appallottolato tra le lenzuola, da ore ormai. E' in quella fase del sonno che è oltre la soglia delle ore sufficienti per riposarsi, ma ormai, nella inutilità del suo tempo, non se ne preoccupa e quindi il suo non è più sonno, è più un languire nell'immobilità e nel caldo di questa luce di latte.

bip bip biiiip biiiippppp...


"pronto..."

"buon giorno, mi chiamo Al, sono un addetto del centro traslatori per l'idoneità. Se la sente di rispondere a qualche domanda?"


"che ore sono...mi ha svegliato?"

"sono le undici... è tempo di alzarsi signore..."

"centro di che?"

"centro traslatori per l'idoneità, signore, stiamo facendo una prima selezione, lei è stato sorteggiato. Se vuole rendersi disponibile per un viaggio soggiorno al satellite sperimentale approdo-felice... per prima cosa deve rispondere a delle domande..."

Darrell si sente improvvisamente precipitare nella realtà, il centro di traslazione per l'idoneità cristo! ci mancava solo questo.
Rimane per un attimo senza fiato, prende il telecomando a fianco del letto e attiva così il dispositivo ologramma vero-più vero-del-vero in fondo al letto, l'audio è azzerato, scorrono le immagini dell'ultima spettacolare voragine (1) che si è aperta al centro dell'area di sopravvivenza 223/z (quella che una volta corrispondeva alla città di buenos aires) un buco del diametro di 2 km che si è inghiottito un complesso residenziale, una scuola e delle villette a schiera. E' la quarta voragine questa settimana.

.... spegne il dispositivo

" spara pure le tue domande al..."

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note:

1] vabbè comunque io l'idea delle voragini ce l'ho avuta moooolto prima di questi qui...